Secondo uno studio pubblicato ad inizio febbraio 2022 dal Fondo Monetario Internazionale (IMF), dal titolo "Behind the Scenes of the Central Bank Digital Currency", sono circa cento i Paesi che stanno lavorando sulle CBDC, malgrado pochi di questi siano passati alle fasi più operative, o di test.
Le Bahamas hanno già in emissione, a partire da ottobre 2020, la propria CBDC, che si chiama Sand Dollar, mentre la Nigeria ha seguito di recente con la eNaira ad ottobre del 2021 . L'Uruguay, un gruppo di Paesi caraibici e, soprattutto, la Cina, sono in fase di test, mentre le rimanenti grandi realtà sono all'elaborazione concettuale o al dibattito all'interno delle istituzioni.
La Banca Centrale Europea (BCE) ha comunicato a luglio 2021 di aver avviato una fase di analisi che avrà una durata di 24 mesi, sarà concentrata sulla "definizione delle possibili caratteristiche funzionali sulla base delle esigenze degli utenti" e sul quadro normativo. La decisione sull'emissione di questo euro digitale è rimandata e, in qualsiasi caso, la nuova divisa affiancherebbe la moneta cartacea e non la sostituirebbe.
Sembra richiedere ancora più tempo, invece, il dollaro digitale statunitense. La Federal Reserve (FED) ha recentemente (gennaio 2022) pubblicato le proprie valutazioni pro e contro una divisa digitale, senza prendere una posizione, rinviando l'onere al Congresso, dove la questione è destinata ad essere dibattuta tra posizioni in forte contrasto tra di loro anche all'interno dei due maggiori partiti. Ulteriori ritardi sono stati causati dalle incomprensioni tra il personale della FED e il National Economic Council – l'ufficio che consiglia il Presidente degli Stati Uniti sulle materie economiche – nei confronti della redazione dell'ordine esecutivo con il quale si stabilirà la strategia USA per gli asset digitali, CBDC e criptovalute comprese, come riportato da Bloomberg. La banca centrale, guidata da Janet Yellen, chiede più tempo, ma aumentano le preoccupazioni per il ritardo accumulato dagli USA nei confronti di altri progetti e, di conseguenza, il timore che il dollaro, oggi valuta di riserva globale, possa perdere il proprio ruolo dominante.
La Cina, infatti, sta sfruttando la vetrina delle Olimpiadi Invernali di Pechino per mostrare agli stranieri le capacità del sistema di pagamenti digitali incentrato sullo e-CNY o renmimbi (RMB) digitale, la prima CBDC operativa in un sistema economico importante. Testato a partire dal 2020, lo e-CNY conta ad oggi centinaia di milioni di utenti individuali e transazioni per quasi 14 miliardi di dollari di controvalore alla fine del 2021. Per poter essere utilizzata, la moneta digitale cinese richiede un conto in una banca commerciale (ma in futuro questo passaggio dovrebbe poter essere eliminato) e un'app sul proprio smartphone, che ha la funzione di uno wallet. Fatto importante: non è richiesta la connessione ad internet di nessuno dei due dispositivi che interagiscono per un pagamento, vantaggio significativo rispetto ad altri sistemi di pagamento elettronico privati esistenti.
Merita una rapida menzione anche il recentissimo lancio della prima fase di test del rublo digitale da parte della Federazione Russa, che riguarderà l'emissione, l'apertura di portafogli per banche e cittadini e le transazioni tra gli stessi. Nella seconda fase, si testeranno i pagamenti per beni e servizi commerciali, per i servizi pubblici e la possibilità di integrare gli Smart Contracts. Ci sarà ancora da attendere per gli intermediari finanziari e l'utilizzo in modalità offline. Il lancio del rublo digitale avviene nelle settimane nelle quali sono emerse divergenze tra la Banca Centrale Russa e il mondo politico - parlamento, governo e presidenza - sulla regolamentazione delle criptovalute e del mining. Dopo il duro report uscito poche settimane fa, la direttrice della banca centrale, Elvira Nabiullina, ha ribadito invece la sua contrarietà alla adozione delle crypto in Russia, ritenute rischiose.
Interessante il caso del Canada, la cui banca centrale (Bank of Canada - BOC) ha lavorato su un progetto, ma si è al momento espressa contro l'emissione di una valuta digitale. Prosegue comunque l'attività di sviluppo delle capacità tecniche di emissione di una CBDC, accompagnata dal monitoraggio dell'evoluzione del settore a livello globale e delle esigenze di pagamento dei propri cittadini.
I punti di forza delle CBDC
I progetti delle CBDC hanno dei punti in comune tra di loro, ma sono poi di fatto cuciti sulle esigenze delle economie dei singoli Paesi. A seconda del ruolo che la banca centrale si attribuisce nel nuovo ecosistema, si possono avere tre modelli:
- Unilaterale: la banca centrale non solo emette la moneta, ma gestisce tutte le interazioni con gli utilizzatori.
- Intermediato: la banca centrale emette solamente la valuta, ma demanda alle banche commerciali le interazioni con gli utilizzatori.
- Sintetico: le banche emettono moneta garantita da asset della banca centrale.
Gli obiettivi che lo studio del FMI individua per le valute digitali emesse dalle banche centrali sono diversi e non tutti sono comuni a tutte le CBDC: dipende dal design delle stesse. Sono i seguenti:
- Inclusività e accesso ai pagamenti: le CBDC possono contribuire al raggiungimento del sistema finanziario da parte di soggetti che ne sono oggi esclusi, a patto che ci sia una contemporanea diffusione delle tecnologie digitali. In diverse regioni del mondo, infatti, i servizi bancari tradizionali non raggiungono tutte le aree di un Paese, per motivi che possono andare dalle difficoltà del territorio alla mancanza di convenienza;
- Pagamenti più efficienti ed economici;
- Resilienza: le CBDC garantiscono la capacità di pagamento e trasferimento di denaro anche in caso di impedimento delle tradizionali infrastrutture finanziarie, come può accadere in zone soggette a disastri naturali o nel caso di una crisi di disponibilità di denaro contante. Inoltre, un sistema legato ad una banca centrale offre, in un ecosistema di pagamenti digitalizzati, garanzie di funzionamento rispetto a possibili fallimenti di sistemi di pagamento privati, al momento dominanti nel settore;
- Riduzione degli illeciti finanziari: le CBDC dovrebbero restringere il campo per le transazioni illecite, come il finanziamento del terrorismo, il riciclaggio, l'evasione fiscale, campi dei quali "cash is king";
- Sovranità monetaria: la diffusione delle CBDC e delle stablecoin potrebbe condurre larghe fasce della popolazione a preferirle alla valuta nazionale, mettendo a rischio, per un Paese, la possibilità di mettere in atto misure di politica monetaria efficaci e indipendenti. Sviluppare una propria CBDC è dunque una garanzia di sovranità;
- Competizione: le CBDC incrementano la competizione tra i sistemi di pagamento, sia entrando in concorrenza diretta con quelli esistenti, sia garantendo bassi costi di accesso per operatori privati che volessero offrirne di nuovi.
Una rivoluzione a portata di bit
Con le innovazioni tecnologiche introdotte da internet e dalla diffusione di dispositivi come gli smartphone, ad essere in ballo è il futuro stesso della moneta e dei pagamenti. Le valute digitali emesse dalle banche centrali promettono trasformazioni radicali nel sistema finanziario, in competizione con le soluzioni decentralizzate basate sulla tecnologia blockchain (le criptovalute).
La moneta sembra infatti una cosa banale, perché la abbiamo tra le mani tutti i giorni, eppure in molti non ne conoscono la natura. Sono in tanti a non sapere che le banconote e le monetine di metallo sono una parte davvero minima della massa monetaria circolante, mentre il resto sono numeri su uno schermo. Le CBDC promettono di essere libere dal rischio di insolvenza che le banche commerciali attuali possono affrontare in caso, ad esempio, di corsa agli sportelli di un numero eccessivo di correntisti, mentre sono sicuramente meno volatili delle crypto, più orientate alla speculazione, e sono destinate ad essere accettate per i pagamenti in modo più diffuso.
Le innovazioni possono causare fratture traumatiche e molte banche centrali ne sono perfettamente consapevoli, quindi progettano le CBDC in modo tale da non arrecare problemi al mondo del credito e dell'intermediazione finanziaria. Per evitare la destabilizzazione del sistema finanziario, sono state introdotte dai progettisti delle CBDC caratteristiche come la non remunerazione dei depositi e limitazioni alla quantità di valuta digitale accumulabile.
Sono state espresse inoltre preoccupazioni per quanto riguarda la mancanza di data privacy in un sistema completamente digitalizzato e controllato da un'autorità centrale (in teoria si può sapere come ogni utente spende i propri soldi). Diversi commentatori hanno criticato lo e-CNY cinese attribuendo alle autorità di Pechino ambizioni di sorveglianza di massa. La stessa questione è stata sollevata da alcuni politici statunitensi. I designer di CBDC si trovano però di fronte al problema di dover realizzare una valuta che non favorisca illeciti finanziari. Le soluzioni possibili sono diverse ed hanno tutte uno stretto nesso con la volontà politica del decisore che stabilisce quali debbano essere le caratteristiche della moneta digitale nazionale, alla ricerca dell'equilibrio tra privacy e rispetto delle normative AML/CFT (anti-riciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo).