La grande varietà di termini presenti all'interno del mondo crypto può destare confusione, disorientando anche l'investitore più esperto.
Se ti trovi disorientato, non riuscendo a districarti fra i vari termini che caratterizzano l'universo crypto, vogliamo rassicurarti: è normale.
Siamo qui per aiutarti a risolvere i tuoi dubbi, e leggendo con attenzione, fino in fondo, non avrai più dubbi sulla differenza fra Coin e Token
La differenza fra Coin e Token
C'è una differenza principale, facilmente sintetizzabile, che rende chiara la distinzione fra coin e token
Il termine Coin si riferisce a qualsiasi moneta digitale che ha, normalmente, una distinta e autonoma blockchain, che non deve fare affidamento su una esterna.
Quando parlaimo di token parliamo invece di quelle monete che sono costruite su una blockchain esistente.
Se hai appena cominciato a investire, può essere utile una metafora.
Immagina i coin come una cryptovaluta che è simile ai fondamenti o al framework di un edificio.
Invece, i token rappresentano una cryptocurrency che viene "montata" su un edificio già esistente.
Ovviamente, costruire una nuova blockchain, partendo da 0, è molto più complesso da un punto di vista tecnico, richiedendo più sforzi ed energie, e quindi da un punto di vista del risparmio di denaro e tempo, più delle volte costruire semplicemente su una blockchain già esistente si rivela l'opzione più conveniente.
Facciamo qualche esempio.
Il bitcoin è forse il coin per definizione, rappresenta un po' il modello paradigmatico per eccellenza di cryptovaluta.
Quando parliamo di bitcoin però, non solo parliamo della prima cryptovaluta al mondo, ma anche della prima blockchain al mondo.
Dal suo lancio, nel 2009, ne è, in effetti, passata di acqua sotto i ponti.
Ma, dicevamo, bitcoin resta il modello per eccellenza. Tant'è che una serie di blockchain sono emerse modificando solo uno più aspetti tecnici, ricalcando quasi completamente la struttura del bitcoin.
Se però la differenza è, in teoria, chiara, nella pratica non è sempre semplice distinguere fra monete e token.
Un primo modo per differenziare, a prima vista, potrebbe essere quello di guardare al nome della moneta. Questo "trucco", in effetti, a volte, funziona.
Un tipico esempio è la differenza fra Bitcoin e Litecoin. Hanno "coin" nel loro nome e sono effettivamente "coin". Tuttavia, a volte questo non funziona. Ad esempio, Binance Coin ha la parola "coin" nel nome, ma è in realtà un token basato su ethereum, quindi, secondo il criterio di classificazione appena enunciato, non può sicuramente rientrare nella categoria dei "coin".
Quindi, se guardare alla denominazione, nonostante possa fungere da "indizio", non è sufficiente, ti starai chiedendo qual è il modo migliore per distinguere fra "coin" e "token".
Ebbene, nonostante non ci sia un modo per essere sicuri al 100%, il miglior modo per scoprirlo è, in genere, quello di guardare sullo stesso sito web del progetto. Tieni presente però che, talvolta, gli stessi autori del sito web usano i due termini in modo intercambiabile, quindi, come già detto, non si ha mai la certezza matematica.
Crypto vs Coin: qual è l'opzione migliore?
Decidere qual è l'alternativa migliore fra crypto e coin non è semplice.
Si tratta di una scelta che dipende da vari fattori, che possono essere valutati con precisione solo da chi fa parte del team del progetto.
Oggi, codificare una nuova blockchain da 0 è sicuramente più facile che un tempo, ma richiede ancora maggiori sforzi ed energie rispetto a ricorrere a una blockchain già esistente.
I token costruiti su blockchain già esistenti svolgono, perciò, un ruolo fondamentale nel moderno mercato delle cryptovalute.
Si tratta di un fenomeno che, come andremo ad approfondire nell'ultimo paragrafo, appare sempre più diffuso, tant'è che si parla anche di "tokenizzazione" delle cryptovalute.
Oggi una serie di crypto, anche riconosciute e con un relativamente alto valore di mercato, fanno ad esempio affidamento sul blockchain di Ethereum.
Tuttavia, nonostante, come avrai ormai capito, affidarsi su una vecchia "blockchain" si rivela spesso la scelta più conveniente, soprattutto se non si dispongono di risorse o di tempo, c'è un grande vantaggio del creare una blockchain da 0, che non è possibile sottovalutare: l'indipendenza dagli altri team.
Questo si riflette soprattutto poi sugli aspetti tecnici della questione.
Ad esempio, sarà più semplice risolvere eventuali problemi tecnici che possono sorgere da un momento all'altro, senza dovere aspettare e fare affidamento sull'immediata operatività dei membri del team tecnico.
Cosa intendiamo per "tokenizzazione delle cryptovalute"
Per tokenizzazione ci si riferisce fondamentalmente alla sempre maggiore diffusione del fenomeno token.
Nonostante, ancora oggi, molti team decidono di partire con una nuova blockchain, senza fare affidamento su una già esistente, nella maggior parte dei casi in realtà si parte con un token digitale anziché con una moneta.
Molti progetti "blockchain" emettono token durante le ICO (che sta per Initial Coin Offering), per ottenere finanziamenti con l'intenzione di creare una propria blockchain in futuro. Il processo di raccolta di denaro, durante le ICO, non richiede l'esistenza di una blockchain esistente e autonoma.
Quindi, risulta sicuramente più semplice raccogliere fondi e distribuire fondi in questo modo, attraverso una blockchain già esistente.
Il che consente di risparmiare tempo, riducendo la complessità dell'intero processo.
Si parla anche di tokenizzazione della società o dell'economia. Non è da escludersi che, in un futuro non troppo lontano, l'intero sistema economico finisca per basarsi sui token.
In alcuni settori, come ad esempio quello immobiliare, questo contribuisce, generalmente, a rendere il processo di acquisto e di scambio potremmo dire più "democratico".
Esperimenti in tal senso sono stati già condotti, ad esempio attraverso la tokenizzazione di alcuni condomini di lusso su Ethereum. Il vantaggio principale che il token comporta per gli investitori è fondamentalmente quello dell'eliminazione dell'intermediazione d'istituti di credito e banche: in questo modo chiunque può entrare all'interno del mercato, anche gli investitori più piccoli.