Prima di tutto va quindi detto che la scarsità digitale è uno delle componenti chiave del valore di molte cripto valute e asset diversi come gli NFT, ma non di tutti. In un certo senso, qualsiasi cosa abbia un prezzo è da considerarsi scarsa (secondo un'accezione ampia del concetto) e il prezzo è quel meccanismo che si forma dall'incontro tra compratori e venditori, creando un così un equilibrio tra domanda e offerta. Quando la domanda è molto forte rispetto alla disponibilità, il prezzo ovviamente sale, mentre quando c'è troppa offerta rispetto alla domanda, il prezzo scende finché la domanda non ritorna a livelli tali da poter assorbire l'eccesso.
Scarsità nel Bitcoin
Il Bitcoin è stato il primo oggetto digitale caratterizzato da scarsità e progettato appositamente per esserlo. Natoshi Sakamoto (il creatore o i creatori del BTC) definì la sua creazione, nell'agosto 2010, sul Bitcoin Forum, un bene "scarso come l'oro" che "può essere trasportato via canali di comunicazione", pur senza avere particolari doti di conduttività, un valore pratico o ornamentale. Il codice con il quale è stata realizzata la prima e più famosa cripto valuta è stato scritto in modo che si possano generare non più di 21.000.000 (21 milioni) di Bitcoin. Nel momento in cui viene redatto l'articolo, i Bitcoin creati sono circa 18,9 milioni, quindi poco più del 90% dei Bitcoin previsti è già stata coniata e, per raggiungere il limite, ne mancano appena più di due milioni. Tenendo conto che nasce un nuovo Bitcoin ogni circa 10 minuti, vengono minati più o meno 900 Bitcoin al giorno, dunque, tenendo conto del fenomeno dello halving ogni 4 anni, si può ipotizzare la fine della produzione di Bitcoin nel 2140.
Lo halving (dimezzamento) è quella procedura prevista dal protocollo della blockchain Bitcoin per la quale la ricompensa per i minatori che hanno successo (subsidy) viene dimezzata ogni 4 anni e circa 210.000 blocchi estratti: diminuisce dunque così di metà la quantità di Bitcoin che si possono estrarre. Questo meccanismo tiene a freno l'inflazione monetaria, istituendo una differenza fondamentale rispetto alla moneta fiat che, almeno in teoria, potrebbe essere emessa senza limiti, ed è garanzia dimostrabile della scarsità dell'asset. Al momento, dopo l'ultimo halving del 2020, la subsidy per i minatori è di 6,25 BTC, mentre il prossimo halving è previsto nel 2024.
Non è adeguato, però, parlare di scarsità del Bitcoin solo per quanto riguarda il numero, nonostante si tratti di un bene che si sa già sia "finito" in partenza (il limite di 21 milioni di BTC coniabili), ma bisogna ragionare sul rapporto tra domanda e disponibilità, provando a capire in che modo si possa programmare un bene digitale che condivide caratteristiche con l'antiquariato oppure l'oro. L'informatico Nick Szabo definì nel 2008 questa caratteristica come "costo non falsificabile" ("unforgeable costliness").
È da questa definizione di Szabo che un analista anonimo, noto come Plan B, è partito per elaborare un articolo divenuto punto di riferimento per la quantificazione del valore della scarsità nel mondo del Bitcoin, utilizzando il metodo Stock-to-Flow (S2F).
Il costo non falsificabile dei Bitcoin sta nella grande quantità di energia che serve per minarli e nella difficoltà estrema di crearne di non autentici. Secondo il metodo S2F, la quantità di valuta disponibile già creata (stock) rispetto alla produzione annuale (flow) è il più importante driver del prezzo di mercato del Bitcoin, quindi la scarsità è la principale fonte del valore. Per capire meglio, visto che il Bitcoin viene detto anche "oro digitale", le riserve d'oro (il metallo) crescono per circa il 2% l'anno, l'incremento di offerta di Bitcoin è di meno del 2% e si ridurrà a meno dello 1% dopo il prossimo halving del 2024. L'alto rapporto S2F, che ha fatto dell'oro il metallo di riserva per eccellenza, verrebbe superato da quello del Bitcoin, che vedrebbe dunque un incremento di dieci volte del proprio prezzo dopo ogni halving. L'alta anelasticità del Bitcoin sarebbe la fonte della sua forte volatilità, con una domanda che non può mai essere soddisfatta dall'offerta.
Il modello S2F è stato contestato. Si è fatto notare come, considerando la sola scarsità, si finisca col trascurare il ruolo della domanda, che potrebbe vedere una diminuzione per via della sempre maggiore offerta di cripto valute concorrenti. Non solo, una crescita con quella progressione porterebbe nel 2039 il Bitcoin ad un valore di 1 miliardo di dollari, con una capitalizzazione di 130 volte superiore ai mercati azionari. Da ultimo, è stato criticato il criterio per determinare la regressione che, se valutata nel periodo che precede ogni halving e non dall'inizio della storia del Bitcoin, evidenzia una curva che nel tempo si appiattisce.
Scarsità in Ethereum
Nel network Ethereum, invece, non c'è limite prefissato alla creazione di Ether (ETH), ma la scarsità viene alimentata grazie alla possibilità di eliminare, "bruciare" (burn), dei token ETH nel meccanismo di retribuzione delle commissioni (Gas fee) per l'esecuzione delle transazioni. Lo stesso avviene in Solana (SOL), che rimuove il 50% delle commissioni per ogni operazione.
Scarsità in Cardano
Il protocollo blockchain Cardano (Proof of Stake), invece, prevede, come per Bitcoin, un limite all'emissione della sua criptovaluta (ADA), fisato a 45.000.000.000 (45 miliardi) di unità.
Memecoin
Le cosiddette memecoin, invece, valute digitali la cui esistenza oscilla tra ironia e speculazione pura come Dogecoin (DOGE) o Shiba Inu (SHIB), non hanno un valore sostenuto dal criterio della scarsità, ma sono anzi progettate per essere abbondanti.
NFT
Sono infine gli NFT (non-fungible token) gli asset digitali a poter sfruttare più di tutti il concetto di scarsità digitale. La loro non-fungibilità, infatti, sta nella loro non interscambiabilità, nella loro non sostituibilità. Un NFT non solo è scarso, ma per definizione unico, perché, per quanto possano esserci copie simili, il record nella blockchain dimostra la sua unicità e la sua proprietà in modo inalterabile e garantito, attribuendo un peso specifico nel cyberspazio che le operazioni di copia/incolla o gli screenshot non possono fornire e aprendo le porte ad una nuova dimensione dell'investimento in beni artistici.